Un quartiere che segue in parte le curve del Po, prima di proseguire in collina, dove fra strade tortuose immerse nel verde sbucano ville e piccoli centri di cura: è Madonna del Pilone, quartiere di Torino caratterizzato proprio dall’alternanza fra elementi cittadini nella parte “bassa” e altri decisamente extra-urbani in quella “alta”.
La storia del quartiere è quella di un’area che era interamente coperta dai boschi e quindi quasi inabitabile fino al XVI secolo. Nei secoli successivi, però, la progressiva urbanizzazione raggiunse anche la collina torinese, favorendo la costruzione di edifici anche in questa parte della città.
Il nome del quartiere si deve, com’è facile intuire, alla chiesa della Madonna del Pilone, il cui nome prende origine a sua volta da un presunto miracolo narrato dallo storico torinese Luigi Cibrario: nel 1587 sulla riva del Po fu eretto un pilone votivo per la Vergine Annunziata. Il 29 aprile 1644 Margherita Molar, una bambina, entrò nel mulino e cadde nelle acque impetuose del Po. La madre invocò l’aiuto della Madonna del Pilone, e i vortici d’acqua sollevarono la bambina, ponendola in salvo. Miracolo a parte, l’episodio fu la spinta alla costruzione del santuario, promosso dalla reggente Maria Cristina di Francia.
Un’ulteriore spinta allo sviluppo del quartiere fu data, nella seconda metà dell’Ottocento, dalla costruzione di un ponte sul Po che collegava Madonna del Pilone con Vanchiglietta: è il ponte Regina Margherita, che fu interamente rifatto in cemento nel 1972.
Nonostante la densità abitativa più bassa di quella di quasi tutti gli altri quartieri in città, anche a Madonna del Pilone si segnalano alcuni edifici particolari: oltre alle numerose ville (tante in stile liberty) che si arrampicano fino a Mongreno e Superga, è interessante segnalare la presenza di un motovelodromo. Progettato nel 1920 da Vittorio Ballatore di Rosana, nacque come piccolo stadio e poi fu usato per manifestazioni ciclistiche. Intitolato negli anni Novanta a Fausto Coppi, è diventato sede di fiere ed eventi temporanei.
Molto interessante è anche la chiesa ortodossa russa, in stile eclettico, progettata da Giuseppe Gallo negli ultimi anni dell’Ottocento, e la casa dello scrittore Emilio Salgari.
Scegliere di vivere in questo quartiere lontano dal caos cittadino e immerso nel verde vuol dire immergersi in una Torino diversa da quella che siamo abituati a conoscere. Proprio in questo quartiere noi di Arcase proponiamo due meravigliose ville: la prima è del ‘700, in corso Chieri, disposta su due piani per oltre 400mq di superficie, con una terrazza di 60mq immersa nel verde. La seconda, invece, è sempre su corso Chieri e risale agli anni Venti del secolo scorso: recentemente ristrutturata e disposta su tre livelli, occupa circa 500mq ed è immersa nel verde.