La promessa di una garanzia statale sul 100% del mutuo per i giovani sotto i 35 anni sta facendo sognare Millennial e Generazione Z. Una sorta di bonus prima casa che, almeno nell'ipotesi più semplice, farebbe dribblare ai potenziali acquirenti l'ostacolo dell'anticipo (attualmente, in media, intorno al 20-25% del controvalore del contratto), facendo subentrare lo Stato come garante del mutuo e permettendo quindi alle banche di erogare l'intero valore dell'immobile. Un provvedimento come quello ipotizzato potrebbe concorrere a stimolare una domanda già forte e a dare sostegno a un bisogno sociale importante.
L'atteso decreto potrebbe tuttavia non essere risolutivo così come, fino ad oggi, non lo è stato il fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa introdotto nel 2013 e gestito da Consap. «Il fondo serve a garantire il 50% della quota capitale con un massimo di 250mila euro e ha dei criteri di priorità di assegnazione a favore di giovani coppie, genitori single con figli, conduttori di alloggi popolari, giovani di età inferiore ai 35 anni con lavoro atipico» commenta Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia che ricorda come, da gennaio 2015 fino allo scorso agosto, il Fondo, con una disponibilità di circa 650 milioni di euro, abbia ammesso 196.273 operazioni di mutuo per un controvalore di 22 miliardi. Il problema non è solo il plafond, ma la definizione del perimetro degli under35 a cui il provvedimento intenderà rivolgersi. Perché un conto è prevedere una garanzia statale sul 20% circa di un contratto di acquisto da parte di un giovane con un contratto a tempo indeterminato, un altro è garantire percentuali superiori a under 35 con partite Iva, contratti atipici o a tempo determinato.