Ci sono quartieri che raccontano la loro storia già a partire dal nome.
È il caso di Borgo Vittoria: quello che oggi è un’area popolosa di Torino fino alla prima metà dell’Ottocento era aperta campagna, animata da cascine sparse e osterie in cui i torinesi si recavano per bere un bicchiere di buon vino.
Una zona ricca d’acqua, che attirò alcuni investitori pronti a rilevare i terreni lasciati liberi dall’antica classe nobiliare: fu così che nel 1880 la famiglia Alfieri vendette alla Ditta Emmanuel Levi, una famiglia di banchieri, i terreni che vennero poi suddivisi in lotti più piccoli, su sui sarebbero state costruite poi case rurali con orto attiguo.
Nacque così la Borgata Levi, che si sviluppò grazie al passaggio delle linee ferroviarie Torino-Milano e Torino-Ceres.
La borgata conobbe poi un’importante crescita industriale verso la fine del XIX secolo, dopo la costruzione dell’opificio tessile Galoppo, seguito dalla SNOS (Società Nazionale Officine di Savigliano). Nel 1895 fu iniziata la costruzione della prima parrocchia sul territorio, quello che oggi è il celebre santuario di Nostra Signora della Salute.
In quegli anni, però, la borgata aveva già cambiato nome, assumendo quello con cui è conosciuta oggi.
Perché? Perché nel 1885, proprio mentre si eseguivano i primi scavi per la costruzione della chiesa di Nostra Signora della Salute, vennero rinvenute delle ossa umane, e si identificò l’area come teatro della battaglia risolutiva dell’assedio di Torino, che vide le truppe sabaudo-austriache sconfiggere quelle franco-spagnole, il 7 settembre 1706.
I 10.500 soldati dell’esercito sabaudo, guidati dal Principe Eugenio e dal duca Vittorio Amedeo II, costrinsero i nemici (che erano oltre 44.000) a ritirarsi dopo un lungo e infruttuoso assedio di quasi quattro mesi alla città di Torino. Una storica vittoria, quindi, che viene commemorata anche nel nome del quartiere che è stato teatro di quella lunga battaglia.
Un quartiere che ha continuato a crescere negli anni, dagli anni Cinquanta sino a metà anni Settanta, quando ha registrato un vero e proprio boom demografico, sulla scia che portò la città di Torino a superare il milione di abitanti.
Confinante a sud col Parco Dora e attraversato dall’asse di corso Grosseto, Borgo Vittoria è oggi un quartiere residenziale, non lontanissimo dal centro e ben servito dai mezzi, con delle belle testimonianze del passato come la Cascina Fossata: risalente al Seicento, è stata recuperata come spazio multifunzionale con unità abitative e albergo.
Vicino alla Dora, invece, segnaliamo il nostro splendido loft di design: 315 metri quadri di una vecchia officina trasformata in un appartamento da sogno, che gode di 200 metri quadri di giardino pensile.