Quando si pensa a Torino si pensa subito a piazza San Carlo, alla Mole, a piazza Vittorio Veneto col suo affaccio coreografico sul Po: tantissime delle immagini “da cartolina” di Torino provengono dal suo quartiere di rappresentanza.
Quello chiamato, appunto, Centro, i cui confini coincidono in parte con quelli dell’originario castrum romano di Augusta Taurinorum, che venne fondata il 30 gennaio del 9 a.C. e che quindi a breve festeggerà il 2031esimo compleanno.
Il castrum, nato da un accampamento militare dell’allora proconsole Giulio Cesare, era protetto da quattro porte: Praetoria, Decumana, Principalis Sinistra e Principalis Dextera, detta anche Palatina. Ed è proprio quest’ultima l’unica che è arrivata sino ai giorni nostri e costituisce un’altra delle immagini di Torino conosciute anche dai non torinesi.
Come nucleo centrale di una direttrice sempre molto trafficata come quella fra Roma e la Gallia, Augusta Taurinorum è stata una località vivace e attrattiva sin dalla sua fondazione. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e alcune invasioni barbariche, l’antico castrum ha vissuto i suoi periodi di maggiore splendore nel lungo periodo segnato dai Savoia, che nel 1563 la capitale del loro ducato da Chambéry alla nostra città.
Proprio con i Savoia si sentì l’esigenza di ampliamenti architettonici, dettati anche da esigenze sia militari, sia religiose. Fu rafforzata la “casaforte” di piazza Castello (1317-1320), costruito il Duomo (1505) con la sua facciata neorinascimentale, combattute le battaglie contro i francesi che vennero poi immortalate nel monumento equestre a Emanuele Filiberto di piazza San Carlo.
A scopo difensivo nei confronti degli attacchi francesi, nel medioevo (1564-1577) fu costruita anche la Cittadella, che ampliò l’originario Quadrilatero a sud-ovest. Il barocco sabaudo diventò pian piano la cifra stilistica dell’architettura di quei secoli, segnati da successivi ampliamenti dell’originale Quadrilatero: Borgo Dora e Valdocco prima, Vanchiglia poi.
Il centro rimase punto di riferimento istituzionale e di rappresentanza della città: nel 1863 partì la costruzione della Mole Antonelliana (originariamente una sinagoga) e, nel 1884, l’elegante porticato di via Pietro Micca, unica strada obliqua in un reticolo di vie tutte perpendicolari.
Nel quartiere centrale si trovano anche il palazzo municipale in piazza Palazzo di Città e quello della Regione in piazza Castello (in attesa del trasferimento nel grattacielo di Fuksas): due edifici emblematici di un’area della città da sempre simbolo della città stessa.
Vivere in centro, col suo reticolato di vie strette e acciottolate, con tutti i monumenti a portata di camminata, può essere un’ottima scelta per chi vuole viversi la città davvero tutti i giorni.
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