L’inflazione e il rialzo dei tassi di interesse della Bce sono stati il vero problema, l’anno scorso, per i titolari di un mutuo a tasso variabile. Quest’anno ci sono alcune novità.
In primo luogo, l’ultima Legge di Bilancio ha prorogato ancora, fino al termine del 2023, il fondo per la sospensione dei mutui sulla prima casa. Questa misura permette di sospendere il pagamento delle rate del mutuo, fino a un periodo massimo di 18 mesi, al verificarsi di alcune situazioni di difficoltà: invalidità, morte, perdita o sospensione del lavoro, riduzione dell’orario di lavoro, calo del fatturato superiore al 33% su base trimestrale per i lavoratori autonomi. “Sospensione” significa che per un determinato periodo le rate si fermano, ma vengono posticipate. Inoltre la sospensione non è automatica. La domanda, da presentare alla banca, va corredata da documenti precisi (ma non serve più l’Isee) e viene vagliata dalla Consap, che può accettare, rifiutare. La misura vale per tutti i tipi di mutuo, dunque anche quelli a tasso “fisso”, ed è necessario però che il pagamento delle rate passate sia tutto sommato regolare.
Un altro strumento che aiuta i consumatori contro il “caro mutuo” è la rinegoziazione, che consiste nel rivolgersi alla propria banca e chiedere di riformulare il contratto di mutuo in corso, a condizioni più favorevoli, oppure di cambiare il meccanismo, passando dal tasso variabile a quello fisso. La Legge di Bilancio già citata contiene una novità rilevante. In alcuni casi, infatti, ora la Banca è obbligata ad accettare lo switch del tasso. Possono beneficiare di questa agevolazione solo i mutuatari con reddito ISEE non superiore a 35mila euro, in regola con il pagamento delle rate.
Infine, per favorire l’accesso alla casa di proprietà anche in questo contesto di tassi in rialzo, è stata prorogato al 31 dicembre 2023 il Bonus prima casa riservato agli under 36.
#arcase #arcasenews #arcaseimmobili #immobiliare #bonus2023 #mutui2023